L’ASTOLFO di Sara Bonomini

Capita a volte di perdere gli stessi treni, le stesse uscite in tangenziale, le stesse serate di stelle cadenti. Mi capita spesso di essere in ritardo agli stessi appuntamenti, con la conseguenza di perdermi proprio come fece il povero Orlando perso dietro la sottana della bella Angelica.

sara

Dopo essermi laureata in Lettere, dopo una lunga a tratti confusionale gestazione, infatti ho provato a inseguire la mia giovanile speranza di fare la giornalista. Ma mi sono persa. Come un asinello ho lavorato, sudato, perso peli e sono stata attaccata da petulanti zecche , ma sono rimasta al palo.  Sono rimasta sospesa, sperduta fra parole di cui avevo perso l’odore, avevo perso il significato. Lettere vuote di vita, di una vita vigliacca. Mi sono nascosta tra le pagine di un’esistenza ferita.

Poi, abbandonata l’idea di andarmene a fare del “bene” in qualche paese sofferente per lenire in realtà la mia fatica di esistere, ho provato a fare l’insegnate di Lettere. Ci sono riuscita e mi è pure piaciuto.

Ma sono rimasta al palo. Gli occhi non riuscivano a trovare più  tracce di parole nuove da raccontare. Per tanti anni ho rimandato l’appuntamento con me stessa, con quella parte cosi dolcemente sofferente, così intima. Ma il mio occhio era rivolto al mio amore, a seguire le vite amate e intanto nascevano nuove, insolenti, coraggiose parole.

 Ora dopo sei anni  ho  di nuovo indossato le vesti di Astolfo e con il mio personale Ippogrifo sono salita a riprendermi il senno perduto. Come al tempo degli antichi eroi descritti dall’ Ariosto ho visto il senno perduto di uomini e donne nella ricerca di onori, nelle speranze dei signori, dietro alla magiche sciocchezza, altri in gemme, in opere di pittori, in vani disegni che non hanno loco.

E sono tornata sulla strada  di nuda esistenza.

Sono ritornata sulla terra ed è scaturito dalla mia immaginazione questo blog L’Astolfo, questo spazio dove possano circolare parole di senno irriverente.