UN’IRRIVERENTE SMORFIA DI CLOWN

All’orizzonte, lungo la linea di confine fra la sconfortante realtà e l’ardito possibile, nella stesso villaggio di At-Tuwani, che si trova sulle colline a sud di Hebron in Cisgiordania di cui si è parlato nel pezzo precedente(“ At-tuwani: venti di umana resistenza”) è successo un bizzarro episodio. La premessa a questo racconto è banalmente tragica, il risvolto è irriverentemente comico.

Ad At Tuwani esiste una scuola che ospita i bambini dello stesso villaggio palestinese e alcuni bambini che vivono nelle vicinanze. Quest’ultimi però per raggiungere la scuola devono attraversare il fantomatico boschetto in cui si annidano alcuni coloni israeliani contrari al loro passaggio. Quando il buon senso ha deciso di emigrare in teste più ospitali, la stupidità può raggiungere livelli maestosi. Per impedire il passaggio ai bambini questi fieri personaggi, armati di sassi e bastoni, hanno pensato di mirare e colpire i corpicini dei bambini per persuaderli dall’andare a scuola.

Eppure questi piccoli temerari, in barba ai tanti bimbi che adducono i più assurdi mal di pancia pur di evitare di stare ore ad annoiarsi sui banchi di scuola, non hanno rinunciato.

La notizia è emersa alle cronache internazionali, tanto che il governo di Israele ha deciso di mandare un possente carrarmato a scortare i bambini in pellegrinazione a scuola. Un giorno a rompere questa fastidiosa abitudine, ci ha pensato un gruppo di clown rigorosamente non professionisti dell’associazione Vip Italia Onlus, con l’aiuto dell’associazione Operazione Colomba, ma soprattutto sostenuti dalla volontà dei bambini.

Armati di nasi rossi, indossati vestiti clauneschi i portatori di sorrisi hanno deciso, sfidando gli imprevedibili coloni, di percorrere lo stesso itinerario dei bambini che compiono per andare a scuola e portare nelle loro case uno spettacolo di magia.

E di magico fegato c’è ne voluto per attraversare l’orizzonte senza scorta armata. Come piccole gocce, in fila indiana, hanno bagnato la terra sabbiosa e sono giunti a destinazione e hanno dato inizio allo spettacolo.

Poi rifocillati nello spirito ma anche nel corpo dopo un’abbondante tavolata di cibo e bevande, l’impavida armata claunesca è tornata ad At-Tuwani.

Ancora oggi il vento sparge gli echi di una traversata di uomini e donne che hanno sfidato il caldo di quaranta gradi all’ombra, rovi, storte, pseudo svenimenti illuminati sulla via di Damasco, pungolati da una paura boia per portare lustrini colorati, coriandoli, bacchette magiche in un luogo alla periferia del mondo.

Una moderna armata branca leone, che con una smorfia irriverente, è riuscita per breve tempo a rendere ridicola la serietà del male.

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