Un giorno di un autunno primaverile

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Crolla la certezza della tua carezza tra le macerie di un’esistenza di ottiche deformanti.

Non riesco più  a riconoscere la dolcezza della tua fragilità.

Nude e crude mani stozzano il mio desiderio.

 

Tu un giorno scappasti da me.

Era un giorno lontano di primavera.

Mentre nelle mie carni nasceva il desiderio di te, tu fuggisti dalle mie così acerbe braccia.

Per anni il desiderio di te travolse i miei passi.

Amai il mio desiderio di te.

Ti volli sacrificare al mio altare, volli uccidere quel bacio di infinito amore che provai sulle mie labbra di ragazza.

Per me fu facile amare l’eterno fugacità dell’attimo.

Mi persi nella tormenta.

Mi abbandonai alla tempesta tra le braccia di intensi e fugaci incontri.

 

Poi incontrai il tuo volto in una notte di inverno.

Amai con disperata furia il tuo corpo, devastai la tua anima con il mio furente desiderio di fuga da te. Da te che stavi scrivendo sulla mia pelle il significato di un amore semplicemente e passionalmente autentico.

Ma ti perdetti.

Mi persi di nuovo nella tormenta.

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Due occhi in una notte d’estate rubarono le mie parole.

Passione, tormento, estasi.

Mi persi di nuovo e scapai in terre lontane dove vidi anime nere imprigionate in deserti di anime sciogliersi addosso alle mie ossa consumate dalla mia antica passione di vita.

 

Fu una sera d’autunno tra le ombre di vita reale che ti incontrai.

Toccai con dolcezza la tua fragilità.

Ti amai, ti respinsi.

Ti ho cercato nei chiari-scuri della mia esistenza trovando un porto dove sostare,

dove amare di un disarmante amore puro.

Amai la tua assenza, mi abbandonai al tuo corpo, al tuo respiro. Ma non è stato abbastanza per la tua anima in cerca di un irrisolto enigma.  Io ero essenza tu cercasti presenza.

Ma venti soffiarono feroci a trafiggere le mie carni esposte ad un umano sentire.

E’ fu così tenero e feroce il tuo abbraccio di morte.

Di una morte che cercai forse per poter rinascere.

 

Sara Bonomi

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